(vincitrice della XXXVII edizione del Premio Scanno per l' Antropologia Culturale e Tradizioni Popolari)

Medaglione

Letizia Bindi è docente di Antropologia Culturale presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi del Molise.

Impegnata sia nella progettazione di un Centro europeo di ricerca e formazione sulla religiosità popolare, concentrato sui rituali del Corpus Domini in Europa e nelle Americhe, che a un’indagine sulle tradizioni popolari del Molise.

Nel suo ultimo saggio Volatili misteri festa e città a Campobasso e altre divagazioni immateriali (2009, Armando Editore) affronta l’argomento dei Misteri che, unitamente alla Processione del Corpus Domini, rappresentano il cuore dell'etnografia che la prof.ssa Bindi ha effettuato in tre anni andando nel profondo della cultura e delle tradizioni popolari che muovono il cerimoniale simbolico della festa. Uno studio che ha scovato verità nascoste nel tentativo riuscito di portare fuori dalle credenze i legami profondi che essa ha con le comunità locali, il territorio e le aree collegate alle contiguità metropolitane.

Menzione

Letizia Bindi, nell’opera “Volatili Misteri. Festa e città a Campobasso e altre divagazioni immateriali”, Roma, Armando Editore, 2009, è autrice di un’approfondita analisi dei Misteri del Corpus Domini a Campobasso: particolare complesso festivo cui ha dedicato tre intensi anni di ricerca.
Ha analizzato anche, in essi, le celebrazioni del Corpus Domini e i rituali pasquali inoltrandosi nella dimensione delle potenzialità comparative interne ad un’area storico-culturale sostanzialmente omogenea, quale quella dell’Europa meridionale oggi. Infine, la studiosa si sofferma sulla problematica della valorizzazione dei patrimoni culturali, sottoponendo ad un’attenta critica, il percorso normativo condotto in questi anni. L’indagine di Letizia Bindi testimonia, pertanto, piena maturità scientifica ed esiti critici di notevole valore. Date tali considerazioni, anche prescindendo dalla prefazione di cui è corredata, l’opera è ritenuta, a parere unanime della Giuria, meritevole del Premio Scanno 2009 sezione Antropologia Culturale e Tradizioni Popolari.