(Vincitore della XLI edizione del Premio Scanno per l’Ecologia)

Medaglione

Definire Antonio Ricci non è semplice. La prima definizione la più immediata: un uomo di televisione. Un uomo di successo della televisione. Un mandarino direbbe qualcun altro. Un mascalzone ed un terrorista disse Emilio Fede. Uno potente. Uno che sta lì da anni. Un intoccabile, inamovibile. Uno che ha inventato tanti programmi di successo. Comincia nel 1979 alla Rai con Fantastico a 29 anni e non ha mai smesso un attimo lavorando sempre senza esclusive.
Te la do io l’America! (1980) Varietà, Raiuno.
Fantastico 2
Drive in (dal 1983 fino al 1988)
Lupo Solitario (1987) Varietà, Italia 1.
Odiens (1988) Varietà, Canale 5.
Striscia la Notizia (dal 1988 a oggi)
Paperissima (1990, ’91, ’92, ’94, ’96, ’98, 2000, ’02, ’04, ’06, ’08,’10, ’13)
Paperissima Sprint (1990, ’95, ’97, ’99, 2001, ’03, ’05, ’07, ’08,’09, ’11, ’12, ’13)
Quei due sopra il Varano (1996) Sit-com, Canale 5.
E poi ancora varietà:
Estatissima Sprint (1996, 2000) Canale 5.
Veline (2002, 2004, 2008, 2012) Canale 5.
Velone (2003, 2010) Canale 5.
Cultura Moderna (2006, 2007) Canale 5.
Striscia la Domenica (2009, 2010, 2011) Canale 5.
Le Nuove Mostre (2010, 2011)

Uno che passa la vita a Milano ma non ha una casa. Con tanti che comprano la casa a Parigi per andarci ogni tanto Ricci lavora tutta la settimana a Milano ma vive in un residence. La sua casa è tra Albenga e Alassio. Lui è di Albenga. A Milano è ospite. E il residence è vicino all’ufficio dove lavora. Casa e bottega, come i vecchi artigiani. E se fosse un artigiano della televisione o meglio un industriale? Beh, in fondo ci potrebbe essere poca differenza.

Ogni trasmissione è come un quadro. E’ un pezzo unico, diverso da tutti gli altri. E’ un prodotto artigianale. Ma quando le trasmissioni si ripetono ogni giorno per anni devono diventare anche un po’ industriali. E la bottega Ricci è la sintesi di questo. Una macchina da guerra, superorganizzata e superindustrializzata ma gestita ogni giorno come fosse un pezzo unico. E Ricci è proprio il capo bottega quello che decide, che insegna, che valuta, che premia e che castiga. Forse s’è ispirato alla vita delle botteghe dei grandi pittori quando all’università studiava storia dell’arte.

E ha ricreato un ambiente simile, un luogo dove vivono tutti insieme tutti i giorni in redazione, come si dice oggi. Il residence in fondo serve solo per dormire. La vita è lì a Milano Due nella sua stanza ed in quelle intorno. Allora chi è Ricci? La risposta più giusta è che è un uomo fortunato che si diverte a fare quello che fa. E che fa? Informazione, o come ama dire lui controinformazione, aiuto agli sprovveduti, qualche schiaffo ai potenti, un po’ di servizio pubblico, il tutto dicendo magari che è solo satira, che si scherza, che non è poi una cosa seria.

Ma sa bene che lo è, se non altro, per i duecento procedimenti giudiziari che ha dovuto affrontare. E sa bene quanto conti, quanto faccia bene o faccia male una informazione o un’invettiva lanciata a molti milioni di italiani tanti quanti ne raggiungono le sue trasmissioni. E i numerosi premi di “giornalismo” che ha ricevuto lo testimoniano. Una citazione per tutte:
Enzo Biagi e Giorgio Bocca definiscono Ricci “Un singolare cronista di questo tempo, uno che porta nel giornalismo l’altra faccia della possibile verità, allarga l’orizzonte della libertà di giudizio e di espressione e dice spesso qualcosa di più della cronaca consueta”.

Molti lo considerano un cattivo, un cattivo vero che si diverte a fare del male. Uno che graffia in profondità proprio per il gusto di sentire il sapore del sangue. Berlusconi aveva detto di Lui: “In generale il bene trionfa sul male, tranne nel caso di Antonio Ricci”. E Ricci aveva commentato: “Abbiamo opinioni diverse sul bene e sul male”. Chissà! Certo che spesso male lo fa davvero. Basta vedere le reazioni di alcuni personaggi presi di mira da striscia.

Quindi: uno di Savona che fa finta di non vivere a Milano che vuole fare controinformazione facendo finta di fare satira che fa il cattivo magari per nascondere che è un buono. Qualcuno lo dice e a sostegno di questa tesi racconta che non mangia pesce perché gli occhi del pesce lo guardano e lui si sente in imbarazzo. Non mangia carne di animali riconoscibili, pollo, coniglio ecc. fa eccezione però per il culatello “perché lui immagina che quando viene tolto al maiale ricresca”. Come mandarino capo mangia ogni mattina otto mandarini che lo portano sul mare, nei profumi del Mediterraneo e per un po’ gli fanno dimenticare Milano. Ma è Albenga la sua vera passione, li sono le sue radici e lì si butta nella mischia. L’ha fatto per impedire la costruzione di quattro grattacieli che avrebbero sfigurato la città, l’ha fatto soprattutto con la moglie per salvare uno dei giardini storici più belli d’Italia: i giardini Hanbury di Villa della Pergola, ad Alassio.

Un posto unico, a strapiombo sul mare, dove c’è un microclima così particolare in cui possono vivere insieme specie che in nessun altro luogo potrebbero convivere, costruito dal nipote omonimo del botanico inglese Daniel Hanbury (creatore dei giardini della Mortola, a Sanremo) che vi aveva portato queste piante da tutto il mondo. Ebbene questa meraviglia era finita all’asta fallimentare e c’erano già i compratori ed un progetto per costruirvi villette e appartamenti. Antonio Ricci e la moglie Silvia hanno chiesto agli amici di fare una colletta per comprare quella casa e quei giardini e di rimettereli a posto per non far scomparire questo pezzo di bell’Italia.

Gli amici li hanno seguiti , i lavori sono teminati, i muretti a secco sono stati ricostruiti, le piante sistemate ed i giardini Hanbury sono tornati ad essere meta di visite da tutto il mondo. Si dice sempre che ognuno deve fare la sua parte per difendere quello in cui crede. Ma siamo abituati a delegare ad altri la fatica dell’intervento. Ci sentiamo sudditi di uno Stato che deve pensare a tutto e dimentichiamo che lo stato siamo noi. E senza di noi, senza il nostro fare le cose da sole non camminano. Questo aspetto di Ricci, questo messaggio, di fare concretamente qualcosa è uno stimolo ai tanti che possono. Al mondo dello spettacolo in primo luogo. Ma uno così è buono o cattivo? E’ da premiare o no?

Menzione

Nella classifica mondiale sulla qualità dell’informazione, stilata da Report senza frontiere, il nostro paese occupa il 49 esimo posto su 180. Prima di noi hanno una migliore informazione, per citarne solo alcuni, i cittadini del Ghana, del Botwana, di Haiti, del Niger che penseremmo invece molto indietro. Antonio Ricci ha avuto prima il merito  nel vedere il problema nella sua drammaticità e poi la volontà e la capacità di intervenirci. Striscia la notizia, con le veline che arrivano in redazione, è stato il cavallo di Troia con cui Ricci è entrato a pieno titolo nel mondo dell’informazione.

Striscia, nel tempo, è diventata molto di più di un telegiornale satirico. Con i suoi interventi, dall’aiuto ai cittadini vittime di truffe e soprusi,  alle battaglie di civiltà come la difesa dell’ambiente, degli animali, del patrimonio artistico ed architettonico, alla lotta contro gli sprechi ed i malfunzionamenti della pubblica amministrazione Striscia la notizia svolge un vero e proprio servizio pubblico ed è il migliore esempio esistente di divulgazione di cultura ambientalista. Sin dalla nascita, nel 1988, infatti, ha coniugato in modo insuperabile la denuncia di innumerevoli scempi e misfatti contro l’ambiente con l’esigenza pratica di porvi rimedio costringendo chi di dovere a “mostrare la faccia” e ad intervenire; ed ottenendo, così, risultati eccezionali e visibili.
Il tutto con un linguaggio ed una messa in scena leggeri e godibili, con invenzioni come la consegna dei Tapiri e con personaggi come il Gabibbo o Capitan Ventosa che riescono a trattare, divertendo e divertendosi, argomenti certamente non facili per il pubblico.

Per questo la Giuria di Ecologia ha assegnato il XLI Premio Scanno ad Antonio Ricci, a Striscia la notizia, ai suoi presentatori ed ai suoi inviati che ogni giorno, con azioni da vero giornalismo investigativo,  come le inchieste sulla terra dei fuochi, si scontrano sul campo con la protervia, l’arroganza, l’ignoranza, il malaffare anche con rischio personale e ci mostrano con squarci di luce situazioni che altrimenti rimarrebbero invisibili.